Buon
pomeriggio a tutti!!
Da
oggi, 18 Dicembre, è disponibile in formato ebook e dal 22 Gennaio
2015 in cartaceo:
Il
canto del deserto di Adele Vieri Castellano
Casa
editrice: Leggereditore
Prezzo
ebook: 4.99€
Prezzo
cartaceo: 12.00 €
Trama:
Sylvia,
divenuta vedova dopo un disastroso matrimonio, arriva in Egitto con
suo padre. Per lei è un sogno che si avvera. Finalmente vedrà i
luoghi mitici che conosce solo attraverso le lettere di suo fratello
Adam, che da anni collabora nelle sue spedizioni archeologiche con
Lord Brokenwood, il suo amore negato dell’adolescenza, ora divenuto
cieco a causa di un terribile incidente.
Presto,
la bellezza di Sylvia, così eterea da ricordare quella della regina
Nefertiti, viene notata da Zayd Ambath, il figlio del rais. Ma lei ha
altro per la testa: sta per partire per una spedizione nel deserto
unica e irrinunciabile alla ricerca di quello che rimane del mitico
esercito di Cambise.
Solo
non si aspetta che quel mare di sabbia nasconda una pericolosa
minaccia, che può mettere a rischio la sua stessa vita. Toccherà a
Lord Brokenwood accorrere in suo soccorso, ma l’uomo avrà bisogno
di tutto il suo coraggio, e della forza dell’amore, per salvare
Sylvia dalle spire del deserto.
Ed
ecco qui la lettera che l'autrice ha scritto alle sue lettrici
riguardo la su ultima pubblicazione:
Alle
mie care lettrici..
Sono
sempre stata curiosa dell’antico Egitto, sin dai tempi delle prime
letture alle elementari. Allora la sua storia era limitata alla
descrizione delle piramidi e a vaghe notizie sul corso del Nilo e
sulle sue piene. Crescendo, alla mia grande passione che è la
Storia, si è affiancata quella per l’archeologia e le popolazioni
del passato. Ho letto decine di saggi sulle grandi scoperte
dell’Ottocento, ho visto molti documentari e, in particolare, ne
ricordo uno sull’analisi del corpo mummificato del faraone
Tutankhamon, la cui tomba venne scoperta nel 1922 da Howard Carter.
Una tomba inviolata, ricolma di tesori incredibili.
In
quel momento scattò qualcosa in me: interesse, curiosità, passione.
Non so descrivere quelle sensazioni, ma so che passai diversi anni a
leggere libri che parlavano della tomba inviolata, della maledizione
di un faraone bambino intriso di leggenda e mistero, di un antico
popolo che aveva lasciato monumenti tanto maestosi e incredibili da
stupire gli stessi romani, che poi quel paese e quel popolo
conquistarono. Già dai tempi antichi l’Egitto affascinava e io
sono stata una delle sue vittime, ben felice di esserlo.
La
stesura de “Il Canto del Deserto” affonda le sue radici proprio
in questa passione e nel mio sogno, che purtroppo non si è ancora
avverato: visitare il Cairo per ammirare le piramidi, la sfinge e,
nel museo, la magnifica maschera funeraria di Tutankhamon. Non solo,
come accade alla protagonista del mio libro, di imbarcarmi e navigare
lungo il Nilo.
L’idea
di partenza del romanzo era quella di raccontare la storia di un
archeologo e, naturalmente, di inserire una protagonista alla sua
altezza. Ma prima di tutto mi sono impegnata, con mio grande piacere,
nella ricerca storica. Per scrivere un romance con sfondo storico,
che sia credibile e che illuda il lettore di far parte di quel mondo
passato, bisogna consultare molti testi e passare ore e ore in
navigazione su internet. Conoscevo già, non per averli visitati ma
per averli studiati e sognati per anni, i siti archeologici
principali del Paese ma quando mi decisi a cercare documentazione sul
passato di Luxor, l’antica Tebe capitale dell’Alto Egitto, ebbi
una piacevole sorpresa: trovai numerose fotografie d’epoca del
complesso templare di Karnak, rese disponibili nel sito di una
università americana. L’archivio, utilissimo ed esaustivo, offre
vedute della fine del XIX secolo, un colpo d’occhio immediato e
realistico sul luogo che, nel mio libro, era il set principale.
Guadare
quelle foto in bianco e nero, poterle ingrandire ed ammirare è stata
un’esperienza davvero emozionante. Luxor era lì, davanti ai miei
occhi come l’avevo immaginata e anche meglio. Potevo osservare e
descrivere con precisione quello che un turista o un viaggiatore
dell’epoca si trovava davanti: templi dalle colonne maestose,
incredibili, circondate da rovine e sabbia, con impresso il marchio
indelebile del tempo e dei secoli.
Un
altro sito indispensabile per le mie ricerche e per le descrizioni, è
stato quello del Theban Mapping Project, che contiene le piantine
della Valle dei Re e delle Regine. Ho potuto così “entrare”
dentro alle tombe a cui ero interessata: quella di Seti I, con una
volta stellata unica in tutta l’arte egizia e in quella di Amenofi
III, padre di Akhenaton, faraone della XVIII dinastia di cui parlo
nel libro.
Durante
la stesura, avvenuta quattro anni fa, ho dato molta importanza alle
descrizioni, cercando di stimolare la curiosità delle lettrici che
per la prima volta avrebbero scoperto alcuni aspetti dell’Egitto e
dei suoi monumenti grazie al mio romanzo. Sì, avete letto bene: il
libro è rimasto in un cassetto per quattro anni e negli ultimi mesi,
dopo che il mio editore Sergio Fanucci ha letto il manoscritto e ha
deciso di pubblicarlo, l’ho revisionato completamente. Le mie Beta
Reader dicono che l’ho riscritto e hanno in parte ragione. Infatti,
se la trama è rimasta tale e quale, tutto il resto è stato
rinnovato perché la scrittura evolve, matura e muta. In questi anni
ho imparato e sono cambiata, come poteva non cambiare anche un libro
che ha un posto particolare nel mio cuore?
Credetemi,
ho avuto più volte la pelle d’oca mentre descrivevo il grande
tempio di Amon o il Biban El-Moluk, la Valle dei Re e la mia
immaginazione galoppa nel pensare che, sotto le rocce o la sabbia di
quei luoghi appartati e aridi, qualche faraone possa ancora riposare
indisturbato.
Ho
trascorso anche molte ore piacevolissime nella lettura di alcuni
libri, disponibili gratuitamente su Google Libri, dato che sono stati
scritti da più di settantacinque anni. Il primo è il racconto di un
viaggio in Egitto di un francese, avvenuto nel 1857; il secondo è un
manuale sui cavalli arabi, scritto a quattro mani da un sultano
algerino, proprietario di numerosi stalloni, e un europeo
appassionato di cavalli, edito nel 1863. Questi preziosi documenti,
trasformati in libri elettronici da mani pazienti, sono utilissimi
per immergersi nella realtà del tempo, per scoprire come si viveva e
viaggiava a quel tempo, senza filtri, direttamente dalla penna dello
scrittore. Per me era come vivere in quegli anni, quasi la stessa
epoca in cui ho narrato le vicende del mio romanzo, che si svolge tra
il 1871 e il 1872.
Anch’io
come la protagonista, Lady Sylvia Dunmore, mi sono allungata sulle
sdraio sul ponte del battello a ruota sorseggiando tè alla menta
sognando che, su quelle stesse acque, hanno viaggiato Ramses II,
Erodoto, Cleopatra e Antonio. Anch’io, tra le sabbie del Gran Mare
di Sabbia il più arido deserto del pianeta, ho sognato di trovare
archi, frecce ed elmi del perduto esercito di Cambise che il
protagonista maschile del libro, il duca di Brokenwood, intende
scoprire nell’oasi di Siwa.
Durante
il mio viaggio in Egitto, attraverso le mie stesse pagine, ho
riscoperto un amore che mi porto dentro da anni, ho ritrovato antichi
re e personaggi inventati che sono divenuti, capitolo dopo capitolo,
amici e compagni di avventura. Spero accada anche a voi, mentre
viaggiate e sognate tra le pagine del mio libro in un Paese romantico
e meraviglioso come l’Egitto.
A presto!
Nessun commento:
Posta un commento