Buon pomeriggio a tutti,
oggi vi parlo di un libro di una Casa Editrice della quale non avevo ancora letto nulla ma della quale sicuramente recupererò altro^^
Sto parlando della Casa Editrice Iperborea, devo dire che il loro formato dei libri fuori dal comune è molto comodo, l'unica cosa a cui abituarsi è i nomi dei protagonisti...davvero particolari!
Trama:
"A volte nei posti piccoli la vita diventa più
grande", a volte la lontananza dal rumore del mondo ci apre al richiamo
del cuore, dei sensi, dei sogni. È questo intenso sentire a erompere dalla vita
di un paesino di quattrocento anime della campagna islandese, dove la luce
infinita dell'estate fa venir voglia di scoperchiare le case e la notte eterna
dell'inverno accende la magia delle stelle. Un microcosmo che è come una lente
di ingrandimento sull'eterna partita tra i desideri umani e le trame del destino,
tra i limiti della realtà e le ali dell'immaginazione. Il direttore del
Maglificio che per decifrare la frase di un sogno si immerge nel latino e
nell'astronomia fino ad abbandonare tutto per i segreti dell'universo, la
postina avida di vita che legge ogni lettera per poi rendere pubblici i più
piccanti affari privati dei compaesani, l'avvocato che crede che il mondo si
regga sul calcolo ma poi scopre che non può contare i pesci nel mare né le sue
lacrime. Ogni sentiero dell'animo umano sembra trovare spazio in un
caleidoscopio di storie che abbraccia le pulsioni più torbide e i sentimenti
più puri, il palpito dell'unica estate vissuta dagli agnelli prima di finire al
macello e il brivido di un rudere che risveglia i fantasmi, o il bisogno di
mistero che è nell'uomo. Combinando l'incanto della poesia e un umorismo
implacabile ma pieno di tenerezza per le debolezze umane, Stefánsson cerca una
risposta alla domanda "Perché viviamo?" e la insegue immergendoci nel
fiume in piena della vita.
Recensione:
Inizialmente quando ho scelto di leggere questo libro mi
aspettavo una storia abbastanza diversa, infatti dalle prime pagine che
introducono il romanzo la storia si mostrava dai mille colori, esilarante e con
una punta d’ironia.
Invece mi sono ritrovata a leggere un romanzo profondo,
amaro e caratterizzato dal chiaro-scuro.
Luce d’estate ed è subito notte è una raccolta delle vite
degli abitanti di un piccolo paese islandese sperduto nei pressi di un fiordo
dove la vita è semplice, spesso monotona ma non per questo meno importante.
Questo paesino è abitato da personaggi sopra le righe,
come il ricco Direttore, l’Astronomo, che abbandona tutto in nome di un sapere
celeste ma anche da contadini normali, come Kjartan, che vengono vinti dalle
passioni carnali, cedono alle credenze popolari.
Ognuno di noi possiede un lato oscuro, un pezzo di cuore
in ombra, ed è proprio questa porzione dell’animo umano che Jon Kalman
Stefansson racconta dei suoi personaggi.
Vita e morte si sovrappongono spesso nei racconti e a
volte dare una spiegazione logica a ciò che accade è impossibile.
Godibilissime le pagine che precedono l’inizio di ogni
racconto, dove l’autore si rivolge in prima persona al lettore affrontando
tematiche di rilievo come l’importanza delle piccole cose, il progresso e la
perdita dei valori che il futuro porta con sé.
Delle riflessione che fanno riflettere sul senso della vita, sulle azioni quotidiane.
Lo stile di Stefansson è molto descrittivo, ricco di
dettagli.
I protagonisti sono ben caratterizzati, il romanzo si
compone a scatole cinesi ed anche se ogni racconto ha un protagonista diverso,
i vari personaggi spesso sconfinano tra le pagine e man mano che si legge si
aggiungono sempre dettagli, anche semplicemente attraverso un commento o una
battuta in una discussione, alle varie personalità.
Sicuramente una lettura da concedersi lentamente per assaporarla
al meglio.
A presto,
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