Oggi vi propongo la recensione del secondo volume delle "trilogia della speranza" di Massimo Cortese
"Non dobbiamo perderci d'animo"
Casa Editrice: Montag
Collana: Le Fenici
Pagine:76
Prezzo: 10.00 Euro
Data di pubblicazione: Maggio 2010
ISBN:9788896793179
Trama:
Proseguendo l'avventura letteraria iniziata con "Candidato al consiglio d'istituto", in questa raccolta l'autore si racconta: ne esce fuori un'opera che passa in rassegna l'Italia di ieri e quella di oggi. Il motivo conduttore è la speranza, che non deve mai mancare, neppure nei momenti più difficili.
La mia recensione:
“Non dobbiamo perderci d'animo” è il secondo libro della trilogia della speranza di Massimo Cortese.
Raccolta di 10 brani si è rivelato veramente un libro piacevole.
Rispetto al primo lo stile narrativo è senza dubbio migliorato, se “Candidato al consiglio d'istituto” si presentava come un racconto intimo, personale, una sorta di diario, questo secondo libro invece è fatto per essere letto, il lettore diventa il centro dell'attenzione.
Particolarmente interessanti ho trovato i racconti in cui Massimo Cortese narra di sua mamma, di un'Italia ormai scomparsa e di come gli italiani vissero uniti la difficile esperienza della Seconda Guerra Mondiale.
Mi ha ricordato molto la mia infanzia, quando i miei nonni mi accontavano di come avevano vissuto quei giorni così tristi.
Questi racconti costituiscono una sorta di tributo ai 150 anni dell' Unità d'Italia.
E proprio con l'aggettivo “celebrativo” può essere descritto questo libro.
Ho trovato i restanti brani simpatici, ma forse un po' troppo fini a se stessi.
Il filo conduttore che lega i dieci racconti è il ema dell'educazione, molto caro all'autore avendolo approfondito anche nella precedente pubblicazione.
Nel complesso una piacevole lettura, scorrevole e naturalmente ricca di speranza per un futuro migliore!!
A presto!!
1 commento:
Ringrazio per la recensione del mio secondo libro, scritto in occasione del Centocinquantesimo Anniversario dell'Unità Nazionale. In tal senso, l'impiego dell'aggettivo "celebrativo", mi sembra appropriato.
Cordialmente
Massimo Cortese
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