giovedì 17 marzo 2011

Recensione "Gli amori della contessa Giulia" di Cristina Contilli e intervista all'autrice

Ciao a tutti voi lettori e lettrici del blog =)
Oggi è un giorno speciale… Oggi commemoriamo una giornata storica di grande importanza, i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Per questo vogliamo dedicare un paio di post dove vi parleremo di una scrittrice che ha scritto un libro proprio riguardante questo periodo storico.
Il libro di cui vi parliamo è…



GLI AMORI DELLA CONTESSA GIULIA:
UN ROMANZO SUL CONTRIBUTO DEGLI ESULI UNGHERESI
AL RISORGIMENTO ITALIANO di Cristina Contilli


Casa Editrice: lulu.com
Pagine: 218
Prezzo: 15,90€
Data di pubblicazione: 11 Marzo 2011
Codice ISBN:978-1-4467-6517-3

Dove acquistarlo? Su internet (su ibs, su lulu.com…)

Trama:
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia torna in una nuova edizione il romanzo che racconta il prezioso contributo degli esuli di altre nazioni e in particolare degli esuli di origine ungherese al Risorgimento italiano. Questa nuova edizione è arricchita da un’appendice di testi sia dell’epoca sia contemporanei, relativi al giornalista Ferdinand Eber e alla sua amante la contessa Julia Katarina Muravyov, che hanno partecipato in prima persona alla lotta per la libertà dell’Italia nel decennio 1859-1869.

La recensione a cura di Arimi:

Cristina Contilli per celebrare i 150 dell'Unità d'Italia ci propone una nuova edizione de”Gli amori della contessa Giulia”.
Il romanzo narra i fatti storici accaduti dal 1859 al 1869 in cui furono coinvolti molti esuli Ungheresi che combatterono al fianco dei nostri connazionali per l'unità della nostra nazione.
Protagonista di questo romanzo è la contessa russa Giulia,donna forte e determinata che si impegna molto nel sociale facendo l'infermiera volontaria durante le guerre.
Sposata con il conte ungherese Theodore Von Berg , ungherese esiliato a Torino,non ha paura di essere giudicata dalle rigide istituzioni e sceglie di far annullare il suo matrimonio per seguire la forza dell'amore.
Seguendo il suo nuovo compagno, Ferdinand Eber, giornalista di guerra per il Times ed esule ungherese scopre la passione per la scrittura e diventa a sua volta giornalista, restando ferma riguardo i suoi ideali e svolgendo un importante forma di propaganda per il nuovo ruolo che la donna piano piano stava conquistando nella società.

Questa nuova edizione del testo è veramente ben curata, arricchita di molte informazioni riguardanti Ferdinand Eber e la contessa Giulia.
Ho apprezzato moltissimo anche le immagini che impreziosiscono l'opera.
Il linguaggio è fluido e scorrevole, la storia ci viene narrata come tante istantanee.
Il romanzo alterna fatti storici a vicende personali perché dietro ogni guerra, insurrezione o rivolta ci sono persone in carne ed ossa che hanno una loro vita fatta di gioie e dolori.
Cristina approfondisce la vita della contessa Giulia, del suo primo marito e del suo amante.
Grazie a questa lettura sono venuta a conoscenza di molti avvenimenti che, lo ammetto, ignoravo, e quindi non posso che elogiare questa scrittrice grazie alla quale possiamo conoscere eventi importanti per il nostro Paese spesso lasciati in secondo piano, attraverso la forma del romanzo che risulta più gradevole.


Oltre alla recensione vogliamo proporvi anche l'intervista che abbiamo fatto Arianna e io all’autrice :D
La prima intervista del blog :D speriamo bene =)

A e A: Ciao Cristina e grazie per essere stata così gentile ad accettare di fare un’intervista sul nostro blog. Quindi per prima cosa… Benvenuta su Romance e non solo ^^… ti va di presentarti ai nostri lettori?

Cristina: Ho 33 anni e dall’anno scorso sono iscritta come giornalista pubblicista all’ordine dei giornalisti del Veneto, per cui attualmente alterno l’attività di giornalista free lance con quella di scrittrice di romanzi storici. In passato ho lavorato anche come bibliotecaria, come ricercatrice all’università e come supplente di italiano e storia nella scuola superiore, ma la mia vera passione è scrivere.

A e A: La tua passione per la scrittura è nata da poco o è una passione che hai coltivato nel corso degli anni?

Cristina: E’ nata all’epoca del liceo, ma allora scrivevo poesie.

A e A: Cosa ti ha indotto a scegliere di scrivere romanzi storici e non iniziare, magari, la carriera scrivendo romanzi gialli o altro?

Cristina: Ho iniziato durante il dottorato di ricerca quindi intorno al 2002 perché lavorando all’edizione di una parte dell’epistolario di Silvio Pellico sono entrata nella vita di questo autore e mi è venuto il desiderio di scrivere la sua biografia dando poco spazio all’attività politica e molto ad amori, amicizie e progetti letterari, tanto che poi la mia biografia è uscita nel 2006 con il titolo “Le passioni di Silvio Pellico: amicizia, amore e scrittura nella vita di un poeta dell’800”.
Pellico è conosciuto da quasi tutti solo per Le mie prigioni ma in realtà è stato un apprezzato autore di testi teatrali.

A e A: Molti dei tuoi fan si ricorderanno di te, in modo particolare, per la saga di Juliette e Alain (pubblicata dalla lulu.com). Da cosa è nata la storia? Da dove hai preso lo spunto per scrivere la loro storia? Da un sogno? Da un libro letto?

Cristina: No, è venuto dal fatto che avevo già svolto delle ricerche storiche sulla Francia post rivoluzione del 1789 e in particolare sul periodo napoleonico e così quando non ho superato il concorso come ricercatrice in letteratura italiana all’università ad inizio 2008 ho deciso che avrei raccontato un episodio dal punto di vista degli sconfitti come mi sentivo io in quel momento e non dei vincitori e ho scelto quindi di raccontare il fallito colpo di stato contro Napoleone del 1804, romanzandolo un po’ per creare una vicenda adatta ad un historical romance.

A e A: Tra i tuoi numerosi libri troviamo anche molti libri riguardante la vita di Silvio Pellico (noto patriota, scrittore e poeta italiano del 1700-1800). Da cosa è nata la passione per questo personaggio?

Cristina: Come spiegavo prima, ho passato 3 anni e mezzo in compagnia di Silvio Pellico, ossia tutta la durata del dottorato di ricerca in cui ho rintracciato, trascritto e fatto il lavoro di edizione delle sue lettere finite in archivi e biblioteche e mai pubblicate… poi siccome la mia idea iniziale era di curare l’ed. di tutto l’epistolario di Pellico, ma in università mi avevano detto che in 3 anni poco più non ce l’avrei mai fatta e quindi per la tesi di dottorato il mio tutor mi ha fatto inserire solo quelle inedite o quelle pubblicate nel corso dell’800 con tagli ed errori di trascrizione, io però ne avevo rintracciate molte di più e così terminato il dottorato ho completato il lavoro e alla fine ho passato in compagnia di Pellico ben 8 anni e sono venuti fuori 9 volumi che raccolgono praticamente tutte le lettere che questo autore ha scritto dopo l’uscita dal carcere…
A e A: Durante la scrittura dei tuoi romanzi, il luogo dove ti rifugi a scrivere deve essere silenzioso? O preferisci un sottofondo di musica? Hai un’atmosfera particolare che ti aiuta a rilassarti durante la scrittura?

Cristina: Ho uno studio (per fortuna) visto che ho una casa grande e quindi mi rifugio lì a lavorare in mezzo a libri, fogli, appunti, etc. anche se ogni tanto la connessione wi-fi mi salta e allora mi approprio del pc di mamma che tanto lei usa poco… per il resto sopporto bene anche i rumori esterni perché riesco comunque ad isolarmi essendo un tipo che si concentra molto su quello che sta facendo… la musica di solito la ascolto in fase di revisione dei miei romanzi perché è la fase peggiore dove devi controllare refusi, incongruenze, ma anche mettere ordine tra tutti i link e i libri che hai usato per documentarti e quindi la musica mi aiuta, in un certo senso, mi incoraggia e a seconda dello stato d’animo posso alternare dai cantanti italiani pop tipo la Pausini ai pezzi di classica e in particolare ultimamente mi funziona molto Vivaldi come sottofondo.

A e A: Alcune delle tue opere sono scritte a 4 mani… Questi libri (come ad esempio “Un amore mai dimenticato: Silvio Pellico e Cristina Archinto Trivulzio” oppure “I misteri di Goodrich Court”) sono scritti insieme alla scrittrice Laura Gay. Come è stata la tua esperienza per quanto riguarda la collaborazione?

Cristina: Molto positiva, Laura è una persona corretta e precisa che ama come me la storia passata e che sa fare la propria parte di lavoro, nel senso che noi ci dividiamo i pezzi da scrivere e anche il lavoro di documentazione in modo molto razionale così poi alla fine rimettiamo tutto insieme in tempi brevi e il libro è pronto.

A e A: Quali sono i tuoi progetti futuri o idee in cantiere? Naturalmente solo se puoi e vuoi renderlo noto ai lettori ^^

Cristina: Finire la “lunga” e “tormentata” revisione della biografia romanzata della scultrice Camille Claudel, un personaggio affascinante, ma molto complesso da descrivere perché era una bravissima scultrice, ma purtroppo in seguito alla fine della relazione con il suo amante e maestro Auguste Rodin ha avuto qualche difficoltà a gestire un atelier da sola in un’epoca in cui la pittura era considerata un’arte femminile e la scultura maschile e per una donna era difficile avere commissioni pubbliche e mantenersi solo vendendo opere a galleristi e a collezionisti privati non era facile, per cui la povera Camille alla fine è scivolata in una psicosi da persecuzione convincendosi che gran parte delle difficoltà che incontrava erano colpa del suo ex che cercava di ostacolarla finché i familiari preoccupati dai suoi comportamenti un po’ eccentrici (aveva insieme casa e atelier e ci viveva da sola in compagnia di 5-6 gatti pulendo quando ne aveva voglia ossia non troppo spesso) l’hanno fatta ricoverare in manicomio… siamo nel 1913 e all’epoca si poteva far ricoverare una persona anche contro la sua volontà se c’erano il parere congiunto di un medico e di un familiare… per fortuna Camille aveva ancora degli amici a Parigi che protestarono anche sui giornali dell’epoca per il suo internamento… nelle sue biografie c’è scritto che passò 30 anni in manicomio, ma probabilmente le cose sono andate in un modo un po’ diverso e io ho cercato attraverso lettere, foto e altri documenti dell’epoca di scoprire qualcosa in più su di lei… e poi vorrei scrivere un romanzo sul rapporto tra il pittore Francesco Hayez e la sua musa Carolina Zucchi che era anche una litografa nella Milano del Risorgimento…

A e A: Bene con questo è tutto… Ti ringraziamo di cuore per la tua disponibilità Cristina. In bocca al lupo per il tuo lavoro. C’è qualcosa che vorresti ancora aggiungere?
Cristina: Crepi il lupo!!! E grazie per lo spazio che mi hai dato per parlare di me e dei miei libri.

Che ne pensate?

Oltre a questo post, pubblicheremo anche una scheda/autrice su Cristina Contilli dove potrete vedere le opere che ha scritto.

A presto

e

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