Salve a tutti :)
oggi siamo qui per presentarvi la nostra intervista ad un'autrice disponibile e molto simpatica :)
Stiamo parlando di Monica Lombardi!!
Sisi proprio lei.. l'autrice del libro "Scatole cinesi", il primo della serie dedicata a Mike Summers di cui vi ha pubblicato ieri Arianna la sua recensione (se non l'avete ancora letta la trovate qua...)
Ecco a voi le risposte che ci ha dato ^^
p.s. se vedete delle frasi dove chiede un confronto stava parlando con Arianna :P
A & A: Ciao Monica e grazie per essere stata così gentile ad accettare di fare un’intervista sul nostro blog. Quindi per prima cosa… Benvenuta su Romance e non solo ^^… ti va di presentarti ai nostri lettori?
Monica: Grazie a te di avermi invitato! Allora, mi chiamo Monica Lombardi, abito in provincia di Milano, sono mamma di una bimba e di un bimbo in età di scuole elementari, come primo lavoro faccio l’interprete e la traduttrice free-lance e come “secondo lavoro”… scrivo.
A & A: La tua passione per la scrittura è nata da poco o è una passione che hai coltivato nel corso degli anni?
Monica:E’ sempre stata con me, da quando ricordo. E i primi ricordi che ho in questo senso risalgono alle scuole elementari, i primi appunti di una storia che ho trovato in un cassetto a casa di mia madre risalgono ai tempi delle elementari. Era una storia di spionaggio, quando li ho letti sono rimasta stupita io per prima! Dovrei ancora averli, da qualche parte…
A & A: Cosa ti ha indotto a scegliere di scrivere romanzi gialli/polizieschi e non iniziare, magari, la carriera scrivendo romanzi fantasy o altro?
Monica:Nella mia esperienza, sono le storie, a scegliere noi. Quell’anno ero partita per le vacanze con la sinossi di un romance sul computer, ma tramite il gioco su un forum mi era venuta anche l’idea di questo poliziotto e altri due personaggi che gli ruotavano attorno. Tre settimane dopo, il file del romance era ancora lì, neanche aperto, di Scatole Cinesi esistevano invece già diversi capitoli, e la trama era ben delineata. Poi, certo, qualcuno mi ha ricordato che da ragazzina divoravo i Gialli dei Ragazzi, Nancy Drew, gli Hardy Boys e compagnia bella. E il genere thriller mi piace, sia nei romanzi che al cinema, questo è innegabile. Quindi, tutto sommato, i conti tornano
A & A: Nella scelta del genere con cui hai pubblicato i tuoi libri ti sei ispirata ad un autore in particolare che ti piace particolarmente? Se si, chi?
Monica:In realtà, durante la stesura di Scatole Cinesi, il primo romanzo a cui lavoravo seriamente dopo anni di appunti, racconti e fan fiction, avevo il terrore di finire con l’imitare lo stile altrui, quindi… ho proprio smesso di leggere. Per fortuna, è stato un timore passeggero, e sono tornata la lettrice vorace di sempre. La mia giallista preferita in questo periodo è Tess Gerritsen. Ammiro la sua abilità di mettere i personaggi sempre al centro di tutto anche in quelli che sono gialli assolutamente solidi, anche “tosti” se vogliamo. Anche per me, i personaggi sono sempre il motore della storia. Per il resto, tutti possono influenzarci, a vari livelli, ma è il modo in cui rimescoliamo tutte queste influenze e in cui apriamo e chiudiamo i cassettini della memoria che ci caratterizza. Nel 2011, sono convinta che nessuno inventi più niente, e quando scriviamo siamo proporzionalmente molto più influenzati dalle storie che abbiamo letto e visto che non da ciò che abbiamo vissuto.
A & A: In questi anni si è particolarmente diffuso la pubblicazione di libri riguardante il paranormale (vampiri, licantropi, demoni, angeli…). Non hai mai pensato di scrivere un libro di questo genere?
Monica:Ah, mi hai beccato! LOL Dunque, l’urban fantasy è il mio secondo amore, di questi tempi viaggia a pari merito con il thriller, anzi, direi che l’ha anche sorpassato. E dato che a tutti, credo, piace scrivere ciò che leggiamo, la tentazione c’era da un po’. Ma con tutti i romanzi validi – e soprattutto con la valanga di “me-too” meno validi - che ci sono in giro, non volevo proporre l’ennesima replica di ciò che è già stato scritto, probabilmente meglio, da altri. Ho aspettato per mesi l’idea giusta. E finalmente, forse…
A & A: Ho appena finito di leggere il tuo primo romanzo della Mike Summers Series, Scatole cinesi… Il personaggio di Mike è autobiografico in certi suoi comportamenti?
Monica:L’idea di questo personaggio è nata da un sogno oppure ti sei ispirata a qualcuno (persone reali o personaggi di altri libri)?
No, è un personaggio assolutamente inventato. Mi sono accorta a posteriori che, in termini di “tipologia” d’uomo che rappresenta, forse ha qualcosina in comune con mio marito – i modi garbati, per esempio. Poche cose, comunque. Un personaggio cresce, durante la storia. E quando è cresciuto a sufficienza, comincia a muoversi da solo, tanto che a volte ti stupisce facendo o dicendo qualcosa che, tu, autrice, non ti aspettavi. Quando ciò accade, sai di avere un personaggio che funziona. Ricordi quando, in Scatole cinesi, Julia chiede a Mike di accostare, in autostrada? Non sapevo che l’avrebbe detto finché… non l’ha detto.
A & A: Ed ecco per te Monica un’indiscrezione tra i commenti fatti dalle ragazze che hanno letto il tuo libro in catena di lettura =P ti faccio cadere nella tentazione di scoprire che ti hanno scritto :D … Nel caso il tuo libro diventerà un film ci vedono bene George Clooney per il personaggio di Mike, ma anche un personaggio più giovane… tu come te lo sei immaginato?
Monica:Ah, io non l’ho solo immaginato, fisicamente. Ho avuto un attore che gentilmente l’ha interpretato per me, nella mia mente LOL Si chiama Michael Vartan, lo conosci? Capelli biondo-scuri, occhi verdi, naso importante su volto attraente, gesti misurati, mezzo sorriso intrigante – la fisicità e alcune espressioni sono le sue, le ha gentilmente prestate al mio poliziotto. Oltre a essere un mio coetaneo, quando ho scritto Scatole era coetaneo anche di Mike Summers. Poi per noi sono passati quattro anni, per Mike tra Scatole Cinesi e Gambler, il terzo libro della serie, sono trascorsi solo otto mesi.
A & A: Oltre alla serie di Mike Summers hai scritto anche un libro romantico dal titolo “Three Doors – La storia secondo Sam Bolton”… Questo romanzo è stata una tua prova per vedere se potevi cimentarti anche in un altro genere letterario oppure è un’idea che avevi in cantiere da un po’ e sei riuscita a realizzare?
Monica:Stavo scrivendo Labirinto, il seguito di Scatole, ero a metà ed avevo bisogno di qualche idea brillante che non veniva per sciogliere un paio di nodi della trama. Scrivere gialli è impegnativo, devi sempre avere il massimo controllo sul materiale, non puoi distrarti, altrimenti viene fuori qualche incongruenza. Avevo voglia di raccontare una storia in cui potevo andare a ruota libera o quasi, è stato quasi catartico. Mi sono divertita un mondo, a scrivere di Sam Bolton e del manipolo di personaggi che lo circondano. E credo che il mio stile ci abbia guadagnato, si è sciolto un po’. Spero di essere riuscita a mantenere questa scioltezza anche nell’ultimo giallo, Gambler.
A & A: Durante la scrittura dei tuoi romanzi, il luogo dove ti rifugi a scrivere deve essere silenzioso? O preferisci un sottofondo di musica? Hai un’atmosfera particolare che ti aiuta a rilassarti durante la scrittura?
Monica:Di solito scrivo in silenzio, perché quando scrivo non mi accorgo di ciò che mi circonda. Sono dentro alla scena. Ma la musica mi aiuta in altri momenti. Mi è capitato spesso di ascoltare un brano e di visualizzare, per la prima volta, una certa scena, come se fosse la musica a darle vita, a conferirle la prima forma concreta. Per questo nei miei romanzi ci sono tante citazioni da brani musicali, all’inizio dei capitoli. Sono i brani legati alla nascita o allo sviluppo di quella scena. Hai mai notato che tra i ringraziamenti di Stephenie Meyer compaiono spesso i Muse? Ognuno ha i suoi… “musi”.
Per il resto, nessuna atmosfera particolare. Ma scrivo quando sono sola o quando gli altri dormono, perché non devo avere interruzioni.
A & A: Quali sono i tuoi progetti futuri o idee in cantiere? Naturalmente solo se puoi e vuoi renderlo noto ai lettori ^^
Monica:Quello a cui accennavamo sopra. Finalmente ho l’idea per un urban fantasy che mi sembra sufficientemente diverso da ciò che ho letto in questo periodo da non essere una sua brutta copia. La voglia di scrivere questa nuova storia è tanta, ci sto già lavorando. Ma sto lavorando anche a un nuovo giallo, di ambientazione italiana, questa volta. Thriller e urban fantasy sono parenti stretti, ci hai mai pensato? Hanno in comune l’adrenalina e la lotta tra il bene e il male. Come fanno a non affascinare?
A & A: Bene con questo è tutto… Ti ringraziamo di cuore per la tua disponibilità Monica. In bocca al lupo per il tuo lavoro. C’è qualcosa che vorresti ancora aggiungere?
Monica:Grazie a te e grazie a chi ha letto fin qui!
Aggiungere? Forse questo: a chi come te ha letto Scatole cinesi ricordo che sul mio sito trova le “Easter Eggs”, quattro scene che nel romanzo pubblicato non ci sono. Perché le informazioni che un giallista può dare, sulla carta, sono limitate da esigenze di mistero e suspense. Ma una volta che il lettore ha scoperto chi è l’assassino, si può premere il tasto “rewind” ed aprire le porte di scene dove, durante la prima lettura, non poteva entrare ;) Per accedervi bisogna digitare il nome dell’assassino, ovviamente!
Vi ricordo il link del sito di Monica www.monicalombardi.com e il forum LE NOSTRE STORIE dove potrete trovarla con il nick di PollyM.
A presto
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